In particular, for this discussion, here's a page that I've conserved from the official ENCI magazine I Nostri Cani, around 1981-82, I think. It's an interesting article written by Mr. Vincenzo Villani, who was an important figure for our breed for many years, and also one of the first presidents of SAMN. This is a "chicca," we say in Italian, a special gift to Colosseo.
Interesting clarifications from the author of this article, who has been involved with dogs and people in the Mastiff community for over half a century.
I read in "I Nostri Cani" (issue no. 8 of '82) the interesting article by Dr. Perricone. I was not previously aware of it. What a shame! If I had read it before it went to press, I would have pointed out an imperfection, and this present article would never have been written.
In the mentioned article, there is talk of the "Zaccaro breed". Unfortunately, I fear that in the future, this term may lead to incorrect interpretations. Philology is certainly interesting, and I have always admired discussions about words. Learned discussions are of great interest, but unfortunately, they give rise to doubts and perplexities. Human reasoning, as we know, is subject to possible errors. Therefore, before time passes, before those who know disappear and various hypotheses arise: let's leave a trace of the truth.
Zaccaro was a real person, a breeder of Neapolitan Mastiffs, even though his name never appeared in exhibition catalogs. He lived in a town near Naples: Afragola. Known to those who remember him as Zaccaro, his real name in the registry was Giacco Gennaro. Let's see who he was.
I dig into my memories and the "hearsay" from many years ago. I hope not to make mistakes.
He came from a family of farmers and was, by necessity, born and lived among Mastiffs, the usual guardians of Neapolitan "masserie". He had had an intense life full of events. He was a man of interesting characteristics and, above all, a true connoisseur of the "cane è presa".
He had traveled the world and for a long time, forced by life events, had stayed in America.
But let's frame him in the most vivid era of his life, abruptly cut off 12/14 years ago. He lived alone in an apartment: him and the dogs. Yes, the dogs too. They had a large space reserved for them. The best in terms of size, furnished all around with hooks fixed to the wall to which chains were attached, and to the chains, the breeding females.
A male wandered throughout the house and accompanied our Zaccaro in his travels around the town, enforcing the authority of his master with his firm character: Maximum typicality. Mastiffs obedient to their master, but determined and, when necessary, aggressive towards strangers.
Zaccaro lived, it seems to me, on a meager pension from Social Security. Just over 20,000 lire every two months. It's obvious that he was always broke. Alone and old, with his dogs and the problems of poverty: that's how I remember him.
But who were these dogs of the rediscovered Zaccaro breed? Sons of the sons of the sons... of his dogs. Beyond the walls, Zaccaro's bitches didn't mate. The sire was at home, and asking for money or giving a mating puppy was absurd. A little Mastiff was sold for 20,000 to 30,000 lire. Are we kidding? The equivalent of a two-month pension. The male also rarely mated outside the house. And matings had to be paid for, except in exceptional cases. Zaccaro used to say that having a male meant creating conflicts. In fact, mating with a foreigner had, as a highly probable consequence, the owner of the female hiding part or rather completely the litter after giving birth. This was to avoid giving the stallion owner a puppy of choice, as was his right. Hence, a sure "quarrel" (conflict). And Zaccaro was old; he didn't shy away from fights, but, if possible, avoided them.
What were the good and bad qualities of the subjects from this breeding? Maximum typicality. Mastiffs in every region of the body, no concessions to the alarming height that was sometimes seen around. And the defects? A consequence of what has been said so far. Often rickets and spongy, consequences of the type of breeding and fixed flaws. Mankinism, unnatural curvatures, short legs, short forearms even if very large, and ending with an imposing lion-like foot.
So short of legs and excessively long. Encountering a subject with such characteristics probably meant it was a "Zaccaro". But if he then met a supertype without those defects and with the positive qualities mentioned above, it was a rare pearl that probably came from one of the rare couplings that Zaccaro's stallion made for someone who was a friend of the owner and had a respectable female. Because Don Gennaro understood Mastiffs, and the results of his couplings proved it.
These are the clarifications that could only come from someone who, for over half a century, has been around dogs and people in the Mastiff community. And all this to specify that the "Zaccaro breed" is equivalent to the "Zaccaro breed," and that Zaccaro was officially Giacco Gennaro.
Vincenzo Villani
La razza di Zaccaro
Interessanti precisazioni dell'autore di questo articolo, che da oltre mezzo secolo bazzica cani e uomini nel giro del mastino
Leggo su «I Nostri Cani» (n. 8 dell'82) Ll'interessante articolo del Dott. Perricone. Non ero precedentemente a conoscenza di esso. Peccato! Se lo avessi letto prima che lo stesso fosse rimesso alle stampe avrei fatto notare una imperfezione ed il presente non sarebbe mai stato steso.
Nel cennato articolo si parla di «<razza zaccara>».
Purtroppo temo che nel futuro la dizione possa dare adito ad interpretazioni errate. Certo la filologia è interessante ed ho sempre ammirato le disquisizioni sulle parole. Dotte, di sommo interesse, ma che, purtroppo, danno adito a dubbi e perplessità. Il ragionamento umano, si sa, è soggetto a possibili errori. Perciò, prima che il tempo passi, che coloro i quali sanno scompaiano e debbano sorgere le varie ipotesi: lasciamo traccia della verità. Zaccaro era un personaggio reale, un allevatore di mastini napoletani, anche se il suo nome mai è comparso sui cataloghi delle esposizioni.
Viveva in un paese vicino Napoli: Afragola. E, arcano nell'arcano, era conosciuto, e lo è da parte di coloro che lo ricordano, come Zaccaro. Ma, col vizietto tanto caro ai partenopei di corrompere ed a volte trasformare le parole, quel signore si chiamava all'anagrafe Giacco Gennaro. E vediamo chi era costui. Rinvango i miei ricordi ed i «sentito dire» di tanti e tanti anni fa. Speriamo di non commettere errori.
Proveniva da una famiglia di agricoltori ed era, per forza di cose, nato e vissuto tra i mastini, normali custodi delle <<masserie» napoletane. Aveva avuto una vita intensa come avvenimenti. Era uomo di interessanti caratteristiche e principalmente un verace conoscitore del «cane è presa»>.
Egli aveva girato il mondo e per tanto tempo, costretto dagli avvenimenti della vita, aveva soggiornato in America.
Ma inquadriamolo nell'epoca più vicidella sua vita troncatasi improvvisamente 12/14 anni fa. Viveva solo in un appartamento: lui ed i cani. Sì, anche i cani. Ad essi era riservato un'ampio vano. Il migliore come dimensione, arredato tutt'intorno di ganci infissi al muro ai quali erano attaccate delle catene ed alle catene le fattrici.
Un maschio gironzolava per l'intera casa e scortava il nostro Zaccaro nelle sue peregrinazioni in paese facendo rispettare il suo padrone con il suo carattere fermo: Tipicità massima. Mastini in ogni redocile con il suo padrone, ma deciso ed all'occasione aggressivo cogli estranei. Zaccaro viveva, mi pare, di una misera pensione della Previdenza Sociale. Poco più di 20.000 lire ogni due mesi. Ovvio desumere che era in eterna bolletta. Solo e vecchio, coi suoi cani ed i problemi dell'indigenza: così lo ricordo.
Ma chi erano questi cani della riscoperta razza si Zaccaro? Figli dei figli dei figli... dei suoi cani. Monte extra moenia le cagne di Zaccaro non ne facevano. Lo sposo era in casa, e cacciare soldi o dare un cucciolo di monta era un assurdo. Un mastinetto si vendeva 20/30.000 lire. Che scherziamo? L'equivalente di un bimestre di pensione. Il maschio poi faceva pochissime monte fuori casa. E le monte si dovevano pagare, salvo casi eccezionali. Zaccaro era soito dire che avere un maschio significava crearsi liti. Infatti l'accoppiamento straniero aveva, come probabilissima conseguenza, che il proprietario della fattrice, a parto avvenuto, nascondesse in parte, o meglio completamente, la cucciolata e ciò per non dare al proprietario dello stallone un cucciolo a scelta, come di diritto. Di qui un sicuro « Cosa avevano di buono e di cattivo i soggetti provenienti da tale allevamento? Tipicita massima. Mastini in ogni regione del corpo, nessuna concessione a quella quota di alaneggiante che a volte si vedeva in giro. Ed i difetti? Conseguenza di quanto fin qui detto. Spesso rachitismo e spongiosi, conseguenze del tipo di allevamento e di fissate tare. Mancinismo, curvature innaturali, corte gambe, corti avambracci anche se molto grossi e terminanti con imponente piede leonino. Quindi corto di gambe e lungo fuori misura. Imbattendosi in un soggetto di simili caratteristiche era probabile che fosse uno «zaccaro»>. Ma se poi incontrava un supertipo senza quei difetti e fornito delle qualità positive surriportate, si trattava di una rara perla che, probabilmente, proveniva da uno dei rari accoppiamenti che lo stallone di Zaccaro effettuava per chi era amico del padrone ed aveva una cagna di tutto rispetto. Perché Don Gennaro il mastino lo capiva ed i risultati dei suoi accoppiamenti lo dimostravano. Queste sono le precisazioni che potevano venire solo da chi, da oltre mezzo secolo, ha bazzicato cani e uomini nel giro del mastino. E tutto ciò per precisare che la «razza zaccara» è equivalente di «razza di Zaccaro>» e che Zaccaro era all'anagrafe Giacco Gennaro. Vincenzo Villani